martedì 29 novembre 2011

Crash of Rhinos - Distal (2011)



1. Big Sea
2. Stiltwalker
3. Wide Awake
4. Lifewood
5. Gold on Red
6. Closure
7. Asleep


1. GRANDE MARE (Big Sea)

Dov’era quella fortuna quando ci serviva?
In quei giorni in cui le nostre vite non volevano viversi da sole.
Un’idea geniale…
Dov’era quello sguardo quando ci serviva?
E adesso…

Ci sono due possibilità,
Mettere le cose a posto o mandare tutto a puttane.

Dov’era quella fortuna quando ci serviva?

Stavolta tutto sembra al posto giusto,
Ci accontenteremo del meglio.
Stavolta tutto sembra al posto giusto,
Ci accontenteremo del meglio.

Affronteremo il processo,
Faremo valere la nostra volontà.
Non sbagliate a fregarvene,
Sbagliate a non accorgervene.
La nostra parte finita non è la fine,
È solo l’inizio,
E solo il fatto che inizi.

Ti dipingerò come ti ricordo.

2. TRAMPOLIERE (Stiltwalker)
Costruiti nel mio passato,
Segnali dei miei futuri fallimenti.
Costruiti nel mio passato,
Segnali dei miei futuri fallimenti.

Stiamo architettando discussioni,
E sai perché.
Le domande che non hai fatto verranno scordate.
L’hai detto troppo tardi.
Stiamo architettando discussioni,
Stiamo architettando discussioni.

Riesco già a vedere i miei peggiori rimpianti
(Ho un futuro nei fallimenti)
Devono ancora venire, e mi tormenteranno
(Ho un futuro nei fallimenti).

Stammi accanto,
Sussurrami bugie.
Raccontami storie,
Ti prego, fai del tuo peggio.
Stammi accanto,
Sussurrami bugie.
Raccontami storie,
Ti prego, fai del tuo peggio.

3. SVEGLIO (Wide Awake)
Questi giorni non facciamo che sperare
Di trovare un modo per ripulirci la coscienza.
Eravamo partiti senza pensieri e preoccupazioni.

Sono sveglio, ma resto in silenzio per ore.
Va meglio con la luce spenta,
Non potrei odiarti nemmeno se ci provassi.

Sei stanco,
I tuoi occhi sono morti.
Ce ne stiamo andando perché abbiamo finito?
Le cose che abbiamo fatto,
Le cose che abbiamo creato,
Non le diremo più.
E questa è una porta che ho spalancato.

4. VITA DI LEGNO (Lifewood)
In ogni momento passato
A cercare di capire i legami,
Abbiamo passato una vita a sperare
Che tutti fossero pronti come noi
A viaggiare su queste linee
Che i nostri amici hanno scoperto disegnando.

Spegni quei fuochi,
Non fare queste richieste grossolane.
Rimangiati queste idee,
Queste parole, appunti, fogli e progetti.

E, alla fine,
Nessuno si è nemmeno accorto che è per questo che esistiamo.
Un giorno nuovo arriva e ricopre tutto ciò che lo precede,
E siamo ancora qua.

Quando la metà della tua settimana finisce come una vita
Sei un amico che non abbiamo ancora incontrato, figliolo.
Quando la metà della tua settimana finisce come una vita
Sei un amico che non abbiamo ancora incontrato, figliolo.

5. ORO SU ROSSO (Gold on Red)
Fai un passo indietro per restare concentrato,
Se non l’hai visto allora non è successo.
In questa vasta divisione
C’è un motivo per cui beviamo?
Abbiamo già finito?

E cadiamo a pezzi,
E cadiamo,
E cadiamo su noi stessi.

E se questa cicatrice non fosse un gettone?
È come tornare a casa e trovare la porta aperta.
In questa vasta divisione
Dove sto guardando?
Dove le decisioni trovano un senso nelle tue scelte.

E cadiamo a pezzi,
E cadiamo,
E cadiamo su noi stessi.

Avevi ragione
Quando dicevi che avevo gestito male le cose.
Dovrei mentire se volessi dire che te ne sei andato del tutto.
Avrei voluto esserci prima per te.
È l’unica cosa che non mi fa mai dormire.

6. CHIUSURA (Closure)
Devi farti riesumare
E perdere interesse in queste finzioni,
Distaccarti da questi pensieri,
Divorziare da queste emozioni.

Non ci sono incidenti.
Non c’è motivo per non accettare questa chiusura.

Ti sei abbassato,
Hai abbassato le tue aspettative.
Chi giudica e chi viene giudicato.
Mi hai lasciato senza via d’uscita.

Sei le mie crepe,
Il mio sussurro più rumoroso.
Sei le mie crepe,
E io resto.

È facile scrivere queste parole.
È facile scriverlo,
Forzato da e attraverso ripetizioni.

7. ADDORMENTATO (Asleep)
Quest’anno ho passato molto tempo
A parlare della fatica che è migliorare la vita
Al livello della strada
Con tutti questi spazi assenti,
Queste linee annebbiate che tracciamo.
Ci mantengono stanchi e silenziosi,
La gente mezza addormentata.

E allora prendete questi prestiti che non possiamo restituire
Per affittare queste cosiddette case.
Queste strade sono manicomi in cui mettiamo in mostra
I nostri lividi e le nostre ossa rotte.

Quest’anno ho passato molto tempo
A leggere di queste cose,
La solita vecchia storia.
Una consegna che non riusciamo a rispettare,
Una lettera mai spedita
Per zittire ogni protesta,
Gioirò il giorno in cui riusciremo a fare una promessa che riusciremo a mantenere.
Per tenere lontana la preoccupazione
Ripeti la stessa ritirata in ciò che è tuo, o mio
(Qualunque sia più vicino).

E allora guardateci slegarci
E poi fluttuare via,
Stavolta sicuramente non torneremo mai.
Penso suoni familiare,
L’abbiamo già detto?
Suona familiare?

Non facciamo altro che prendere strade diverse.

Castevet - Summer Fences (2008)



1. Between Berwyn and Bryn Mawr
2. Beating High Schoolers at Arcade Games
3. Plays One on TV
4. I Know What a Lion Is
5. Stranger, You Know
6. Space Jam: The Return
7. Evil Robots with Swords for Hands
8. When a Movie Is Made in France, It's Called Cinemas


1. TRA BERWYN E BRYN MAWR (Between Berwyn and Bryn Mawr)
Piedi nudi trascinati su pavimenti di cucina alle 3 del mattino.
Sei rimasto in piedi tutta notte a giocare al detective con un occhio di vetro,
Il mattino ha portato sollievo in capelli trasandati e vecchie t-shirt.

Resti in vecchi appartamenti dai muri infestati.
Campane e aeroplani provano a spingerti giù dal letto, e invece dormirai.
E invece dormirai.

2. BATTERE LICEALI IN SALA GIOCHI (Beating High Schoolers at Arcade Games)
Mi sveglio giorno dopo giorno,
Affaticato, è tutto uguale.
Stavolta ci proverò?
O i miei tentativi non sono all’altezza?

3. NE SUONA UNA IN TV (Plays One on TV)
Sono di nuovo le cinque, l’aria è sottile.
Non entra luce dalla mia finestra.
Un giro in macchina per lasciar perdere il mio tempo
E pensare di andarsene da queste quattro mura.

Strade lunghe, ore piccole,
Ancora un mese.
Strade lunghe, ore piccole,
Ancora un mese.

Andiamocene da qua.
I lunghi giorni d’agosto se ne sono andati
Assieme alle notti passate a guardare il cielo.
Non ci stendiamo più nell’erba verde d’estate,
Ma è questa la scelta che ho fatto.

Ricorda questi momenti che abbiamo passato coi nostri migliori amici.
(Stavolta dobbiamo andarcene.)

4. SO CHE COS’È UN LEONE (I Know What a Lion Is)

Sono stato sbattuto fuori dal faro
Per aver affondato tutte le tue navi.
Questi recinti d’estate si stanno facendo più alti,
Scavalchiamoli finché possiamo.

Quando starò meglio tornerò a stare a casa
E stenderò un tappeto per tutti i tuoi problemi.
I miei occhi non lasciano il pavimento
Ma continuo ad inciampare nelle crepe del marciapiede.

5. ESTRANEO, SAI (Stranger, You Know)
Le stelle sono uscite per espellerti, una lunga passeggiata e una breve conversazione.
Un’ultima opportunità per ammettere che ciò che avevamo valeva davvero qualcosa.
E, con uno sguardo, questa è l’ultima volta che potrai capire quanto ci ho tenuto.

Dimmi addio.
Non l’avresti mai fatto, non l’hai mai fatto.
Non ci sono mai riuscito, non l’ho mai detto.

Mi stai ascoltando? Prima di adesso non l’hai mai fatto.
Dovrei dimenticarti? Prima di adesso non ci sono mai riuscito.

6. SPACE JAM: IL RITORNO (Space Jam: The Return)
Dateci questa città, i giorni sono lunghi ma le notti ci appartengono.

7. ROBOT CATTIVI CON SPADE AL POSTO DELLE MANI (Evil Robots with Swords for Hands)

-Strumentale-

8. QUANDO UN FILM VIENE GIRATO IN FRANCIA, SI CHIAMA CINÉMA (When a Movie is Made in France, it’s Called Cinemas)
Per ora va bene così, dimentica l’anno appena passato.
C’è una lista dei miei errori appesa alla mia nuca.

Ecco un’altra opportunità per rifarli tutti.
La neve cade, io ci metterò una pietra sopra.
Parleremo di come cambieremo ma non lo faremo mai veramente.

giovedì 24 novembre 2011

La Dispute - Wildlife (2011)



1. A Departure
2. Harder Harmonies
3. St. Paul Missionary Baptist Church Blues
4. Edit Your Hometown
5. A Letter
6. Safer in the Forest - Love Song for Poor Michigan
7. The Most Beautiful Bitter Fruit
8. A Poem
9. King Park
10. Edward Benz, 27 Times
11. I See Everything
12. A Broken Jar
13. All Our Bruised Bodies and the Whole Heart Shrinks
14. You and I in Unison

1. UN PUNTO DI PARTENZA (A Departure)

Mentre scrivevo è calata la notte e ho finito la carta, e allora ho cancellato il nome in cima alla pagina. Non sono nemmeno sicuro del perché stia scrivendo tutto questo. Ma sembra la cosa giusta da fare. Sembra quasi che io debba farlo – è come un esorcismo.

Probabilmente sembro pazzo, ma va bene così. È da un po’ che penso potrei esserlo, non che senta voci o nulla di simile. È solo quella sensazione quotidiana in cui ti dimentichi di cose che dovresti ricordare e pensi troppo alla morte.

Forse sapete di cosa sto parlando. O forse l’avreste saputo? O l’avreste potuto sapere? O lo sapevate? Non so che tempo usare.

So che non mi sono mai sentito così. Non pensavo mai alla morte, né sentivo voci. Era come se tutto fosse perfettamente in ordine, come se stessi vivendo una vita normale, ma poi ci fu un punto di partenza.
E so che lo capite (o l’avreste capito?). Le cose sono cambiate da quel momento, e adesso più che altro ho paura.
Ma è in ogni storia, o qualsiasi cosa siano. Lo potete vedere. Chiunque potrebbe, se solo cercasse. Ho scritto delle note a margine per spiegarlo. Il resto è tra le righe o in piccolo, in fondo. Innanzitutto la sensazione di abbandono, poi il tentativo di resistere. Poi la morte, la speranza e la pazzia stessa, in attesa di me. È tutto nelle prossime pagine. È tutto lì, e vi sta aspettando.
O mi sta aspettando. Non lo so.
L’intera storia.

2. ARMONIE PIÙ DIFFICILI (Harder Harmonies)
Come un’ombra che copre un’altra ombra, un fantasma in una filmina,
Debole barlume del passato intrappolato nelle vecchie diapositive di una madre.
È seduto immobile nell’appartamento a far passare foto
Del bambino che era una volta e del senso di speranza che contenevano.
“È un peccato,”

E ho paura di quel destino ora che il ronzio della strada non mi fa dormire,

Dice, “Lascio che la vita si complichi. Mi stanco, mi rodo e tardo a pagare l’affitto.
E adesso nulla ha senso tranne lo sgabello e quel piano. Mi sento quasi a posto
Quando premo quegli accordi.”
E suona,

Il suono cresce e si spezza, ma cosa ci vorrà per far suonare così la mia vita?

E porta con sé una febbre, un sogno di sudore ed estasi. Un bacio su ogni colpo di martelletto che segue
Lo schiacciarsi di un tasto e porta ordine, poi caos, poi calma, per poi dipingere ogni cambiamento
Sotto forma di disegni sulle pareti. E preme sul tuo collo, si aggrappa ai tuoi fianchi, ti canta dolcemente di fuochi d’artificio, di dio e arte e sesso ed è strano –
Che sembri tutto così giusto quando nient’altro lo sembra.

Ma mentre suona c’è un ronzio
Là fuori che entra dalla finestra.
E persino lui deve ammettere che contiene una certa melodia,
Ma allora perché non riesce ad entrare in armonia?
È come se la città avesse una sua canzone ma lui non riesca a suonare a tempo.
Vede le note volargli di fronte ma sbaglia sempre a suonarle.
E in bagno tutto diventa annebbiato, diventa caldo e distorto,
Come la luce che faceva luccicare l’arancione della scatola di pillole che si versò nel palmo della mano.
Cade sul pavimento, e sorride al tonfo,
“Sembra quasi il suono di uno strumento.”

Come una voce nel coro, quel brusio e quel colpo di tamburo che è la vita come forma d’arte
E fuoco nelle strade che continua a farci muovere nel silenzio a colpi di sfollagente fantasma,
Che continua a tamburellare le dita a tempo coi nostri piedi.

E tutti quelli che sembrano unirsi meglio al coro non si accorgono mai che c’è una canzone,
E quelli che sembrano sentirla finiscono torturati dagli accordi quando non riescono a trovare
Un modo per cantare a tono.

E quando canti le note sbagliate tutto inizia a crollare.
Inizia a stridere e ad entrare in feedback, inizia a interrompersi e rompersi,
A suonare note non proprio stonate ma che non sembrano mai corrispondere.

E non sembra che le mie corrispondano mai.

C’è una melodia in ogni cosa,
Sto provando a trovare un’armonia
Ma è come se nulla funzionasse,
Come se nulla fosse al posto giusto.

C’è una melodia in ogni cosa,
Sto provando a trovare un’armonia
Ma è come se nulla funzionasse,
Come se nulla fosse al posto giusto.

C’è una melodia in ogni cosa,
Sto provando a trovare un’armonia
Ma è come se nulla funzionasse,
Nulla è al posto giusto.

3. BLUES DELLA ST. PAUL BAPTIST MISSIONARY CHURCH (St. Paul Baptist Missionary Church)
Qua, vetrate e il coro che canta quel forte e interminabile ritornello.
Così dolci, le voci fluttuano come foglie fino in strada.
Sulla Eastern, una celebrazione portata avanti per Dio, speranza e asilo.
Per farsi forza l’un l’altro, per la vita; dare un rifugio nella tempesta. E restare al caldo.
La congregazione si raccoglie nel parcheggio, celebra ogni servizio.
Continuano a cantare il vecchio inno,
E vedo questa scena a colori ogni giorno guidando verso Eastown,
Quella vecchia chiesa abbandonata ed io ce ne siamo andati nello stesso triste modo?

Me ne sono andato nello stesso triste modo?

Fiorì negli anni sessanta, i settanta furono anni di frequenti cambiamenti,
Gli ottanta fluttuarono di anno in anno incerti su quando i soldi sarebbero finiti.
E quando i tassi di crimini violenti e di disoccupazione aumentarono nei novanta
In quel parcheggio iniziarono a mancare e divennero incostanti sia santi che peccatori,
Finché le voci, mai ferme, svanirono lentamente nel buio,
Finché le erbacce non tempestarono il cemento da crepe inaspettate.
Doveva saperlo, doveva sentirsi che quella gloria non sarebbe mai tornata,
Quando la passione se ne andò, l’ultima che mi restava, era come se anch’io lo sentissi,
Doveva saperlo come io lo sapevo.
E ancora oggi non riesco a trovarla.
E potrei non riuscirci mai.

Adesso è sfitta da dieci anni,
Vuota per dieci anni, forse più.
Una volta custodiva la fede di centinaia di persone,
Presto custodirà un altro negozio di cellulari.
Per anni si sono radunati qua,
Nell’edificio solido e sincero,
Per cantare le loro lodi ad un dio che gli dava la speranza
Di andare avanti, di tenere duro.
E ci ho pensato,
A volte rallento quando ci passo di fronte,
Mi chiedo come una casa di pietra, una dimora così santa
Possa diventare così vuota con il tempo.
Ciò che dava un senso alla ricerca di quelle persone
Di un senso nel lento arrivo della morte
Adesso è rimasta a diroccarsi lentamente,
Adesso è rimasta ad appassire con le erbacce.
Adesso è abbandonata al ghiaccio e ai vandali,
Le candele dell’avvento sono scomparse da tanto tempo,
Le vecchie fondazioni si sono fatte instabili,
Il cemento è affogato dalle erbacce, ma
Quella vetrata resta intatta tra quella muratura rovinata,
Un simbolo della bellezza che fu perfetta solo nel momento in cui nascemmo.
E giuro di averci visto un uomo l’altro giorno
Che strappava erbacce dal cemento, spazzava e richiudeva le crepe,
L’ho visto alzare uno straccio per lavare via gli anni di sporcizia da quelle finestre.
Mi sono chiesto se ci sia qualcuno così che si possa occupare di noi due,
E qualcuno, chiunque, che abbia ceduto e perso la speranza.

4. CAMBIA LA TUA CITTÀ (Edit Your Hometown)
Un grido di protesta,
Per i sogni abbandonati e il senso di meraviglia
Nei confronti delle strade che l’hanno visto crescere.
Dì “addio” alla speranza che hai sempre avuto di avere una casa.
Dì “addio”, “vattene” e “fai del tuo meglio.”
Agli amici che se ne sono andati quando ancora potevano,
A quelli che hanno scelto di rimanere a deperire non classificati,
Soli, a continuare a pregare
Di riuscire ad uscire,
Invecchiare,
Farsi forza e
Lasciare questa città, tutti i suoi luoghi così familiari,
Tutti questi ricordi si fanno ogni giorno più grigi,
Si fanno sempre più distanti e arriveremo a sentirci una volta l’anno, forse meno,
O forse farà solo sogni ad occhi aperti lavorando fino a tardi,
Penserà solo a quegli amici e a quando scelsero di andarsene.
“Siamo ancora amici, amici miei?”

Posso andarmene?

Torna indietro e troverai un giovane,
Illuminato di speranze, obiettivi e sogni,
Splendente di amicizia ad ogni incrocio di notte.
“Ora fa una scelta”, disse la città.
Avevamo appena vent’anni, ma
Quando le giurai la mia fedeltà
Tutti i miei amici scelsero di andarsene.
E adesso ci sono lettere, forse telefonate,
Che arrivano sempre più di rado anno dopo anno
Ornate di mogli e figli,
Destinate allo stupido che scelse di restare.
E mi fa male sapere che adesso sono solo,
Ed è ancora peggio sapere che sono io ad averlo scelto.
Non fate il mio stesso sbaglio,
Non fate lo stesso sbaglio.

E ora tutti i miei amici se ne sono andati. O forse sono io che non ci sono mai stato. Tutti ci lasciamo un giorno, e cadiamo come foglie nel vento. E non è un’avvenura? (Non ti ha portata via da me?) Ma è il mio affrontare la mia paura che mi tiene qua. Sai, una volta che se ne va non puoi ritrovarla (Ti rimpiango? Posso dimenticarti?) Penso ancora che potrei venire abbandonato qua. Potrei arrivare a 63 anni a pulire i canali di scolo delle strade o a strappare erbacce dal cemento. Staremo a vedere. O meglio, starò. Solo io.

Solo io.

“Non fate il mio stesso sbaglio. Dite ‘addio’, ‘vattene’, ‘fai del tuo meglio’ e fatela finita, e sentitevi liberi.”

5. UNA LETTERA (A Letter)
Tutti vogliono che ci sia un motivo per tutto.
È più facile avere qualcuno o qualcosa a cui dare la colpa.

Ho sempre lottato con la radice del problema.
È stato il mio essere assente o il mio costante evitare di difendermi?

Non ho mai passato troppo tempo a cercare un rimedio. A un certo punto ho capito che faceva male per un motivo. Ed è per questo che mi sono sempre messo a scriverlo. Non solo nelle storie, ma anche nelle lettere nel mezzo. Ecco perché infesta ogni pagina – per auto esaminarsi.

Penso che la questione stia nel fatto che mi distacco da tutto. Dagli amici, dalla famiglia e dalle mie stesse ambizioni. Dal divertirmi. Mi distacco da tutto e basta. È sconfiggersi con le proprie mani? Sì, probabilmente. Ma non so che un tempo potevo controllare il tutto. E non sono nemmeno sicuro che importi il perché. A volte le cose succedono e non puoi fare nulla. Inoltre, sono l’unico che le affronta. Quindi se tutti potessero farmi un favore e abbassare le loro dita farei – e tenere le bocche –

Scusate. So che sembro arrabbiato. Non lo sono, lo… lo prometto. So solo che è tutta colpa mia. E affronterò il problema. E non mi servono opinioni di persone esterne. Non mi serve il loro indicare i miei problemi, sono miei. Non mi servono promemoria che ricordo meglio di chiunque altro.

E sì, lo so, dovrei trovare un altro modo. So che dovrei uscire a cercare un sostituto. Ma per me non ha mai avuto senso dimenticare le cose.

E allora non ho fatto nulla.

Mi sento imbarazzato? Penso che sappiate la risposta. Probabilmente vi sentite un po’ imbarazzati per me, no?

So che avrei dovuto dimenticarla secoli fa, sono stato di nuovo felice, ma per me non è mai stato così facile. O forse sono stato io a renderlo così difficile.

So che ho provato solo una manciata di volte a strappare via questa cosa che mi tortura. Non mi ha mai portato da nessuna parte e da nessuno. Nessuna amicizia, nessun hobby, nessun letto di nessuna ragazza ha mai funzionato. Ma se mi guardo indietro mi accorgo che forse non ci ho mai provato abbastanza, ed è colpa mia.

Forse non ci ho mai provato.

6. PIÙ AL SICURO NELLA FORESTA – CANZONE D’AMORE PER IL POVERO MICHIGAN (Safer in the Forest – Love Song for Poor Michigan)
Ho guardato il disgelo arrivare lentamente,
Ho aspettato in mezzo al freddo e nebbioso azzurro.
Ho guidato, da solo, fino al limite della città.
Ti ho pensata troppo.

L’ultima nevicata ha lasciato schegge, e certi inverni non finiscono mai, né svaniscono né indeboliscono.
E la luce del sole è come una coppia, e certe estati non fanno che fingere; scaldano l’aria e basta.
È che sono stanco della sensazione che aleggia qua. È troppo vicina alla morte, troppo disoccupata tutto l’anno.
Non è il tempo in città o il lamento dell’autostrada.
Non sono le strade né gli edifici, né di legno né di pietra.
Ogni motivo che avrei per lasciarmi dietro questo posto, perché dovrei essere solo,
Sono fatte di carne e ossa.

Ho pensato ad un esilio.
Ho pensato di prendere l’autostrada e andare verso nord.
Ho pensato di attraversare il ponte e non tornare indietro.
L’unico caldo lo sento quando sono solo.

Prese le sue cose, imboccò la 75 verso nord, verso una nuova vita e
Disse addio al mondo nello specchietto retrovisore. Con il senno di poi vide tutto più chiaro,
La forma dello skyline tracciata da una fiamma nelle finestre infiammate,
Le persone inquiete e i lampioni splendenti
Come molte boe nel mare, o come una lanterna accesa
Per indicare la via a chi è ancora perso nel cuore della notte.
Come un fulmine che colpisce l’oscurità solo una volta, senza tuono, senza dolore.

Hai mai guardato un disgelo arrivare lentamente?
Hai mai aspettato nel freddo e nebbioso azzurro?
C’è un aeroporto là, dove finisce la città.
Ti ho pensata troppo.

Si stabilì in quella foresta immobile, come un altro fantasma o un’altra ombra gettata per scelta.
Un ritornello silenzioso soffia tra le foglie e gli alberi, e porta finalmente pace,
Da un luogo in cui la canzone continuava a cambiare proprio quando stava iniziando a capirla.
Quando stava iniziando a convincersi che ci sarebbe stato un giorno in cui avrebbe trovato un modo per tenere lontana la ruggine,
Ci sarebbe stato un giorno in cui avrebbe trovato un ronzio che l’avrebbe aiutato a soffocare il passato.
Come un tuono sott’acqua, lo sente spegnersi e non prova alcun dolore.

A una città noiosa e disperata,
Sono settimane che non ti vedo. La paura ha iniziato a svanire come la luce del sole che affonda nel lago? Stanno costruendo o stanno spaccando finestre e mettendo assi sulle porte? L’ipoteca ha raggiunto tutta la città? E cos’è successo a quei sogni di gioventù affondati nel debole fiume? Si sono aggrovigliati nelle erbacce, o stanno barcollando ubriachi su Wealthy Street? O stanno progettando di andarsene? Devo andarmene. Non posso sposare questo posto. Non seppellirò il passato. Mi serve solo un cambio di scenario. Terrò queste vecchie strade nel mio cuore assieme a lei. E loderò ancora ed ancora il loro coraggio. Che le lingue confessino che la piaga della disoccupazione non è che una malattia temporanea. Lasciateci sventolare la loro bandiera da là a qua, ancora ed ancora, e lasciateci sperare in qualcosa di meglio anche se potremmo non ottenerlo mai.

Un giorno ci rialzeremo dalle ceneri. Fino ad allora, trascinatemi via.
Devo andarmene, ma giuro che ti porterò con me fino alla fine.

E allora Tuebor, casa mia!

Il tuo amico disperato,

7. IL PIÙ BEL FRUTTO AMARO (The Most Beautiful Bitter Fruit)
Dopo il tramonto, prima di dormire, do il peggio di me. Sono un groviglio di
Vecchie questioni, del sussurro seducente del mormorio di mezzi sogni e
Di scene teatrali.

Non sono che immagini di paura, queste visioni, intrappolate da qualche parte tra delusione e profezia.
Ciò che non ho fatto, ciò che volevo fare, e ciò che temo tu abbia fatto
Diventa realtà.

Luci accecanti nel fiore della notte seguono il ritmo.
Una classica scena di festa, affollata e interessante.
Non c’è amore, né vita, né storia.
Solo tocco, solo alchimia, solo
Un sottofondo ruggente, semplice e sensoriale.
Corpi giovani, pelle calda, una perfetta simmetria ed
È un momento, innocuo. È energia.
È come una medicina,
È trovare consapevolezza.
Perché tutti i segreti che mantengo sono tali?

Quella fuggente sensazione di calore è solo temporanea,
Solo un flash prima che si faccia incerta la linea
Tra il desiderare più di quello che adesso vuole il corpo
E quello che il corpo vuole più di ogni altra cosa?
È stata l’integrità che ha fatto sì che non allungassi le mani o
Solo il pensiero di portarmi troppo più avanti di te?
Mi sono stancato troppo delle conseguenze?
O ho solo avuto paura?

So solo che non ho mai voluto essere lasciato indietro.

Senza pause, senza ripensarci,
Ondeggio, inciampo e barcollo.
Sono solo movimenti verso una sensazione. Non importa,
Nessuno esita a portare con sé un certo tipo di energia,
Suda e blocca ogni cosa per
Trovare ogni apertura e soddisfare le parti animali.
Soffia sulle fiamme, assaggia il frutto, assaggia il frutto amaro.
Sto solo provando ad imparare come funzionano tutti i fili del corpo.
Sto solo provando a sentirlo, è come una medicina.
La cura è intrappolata in qualsiasi letto finiscano.

Voglio sentirlo su di me. Voglio sapere come funziona.
Voglio sapere se ne è valsa la pena di preoccuparmi
Dei fantasmi che, temevo, avrebbero tormentato il ricordo,
Dei danni che, sono sicuro, la paura mi ha fatto.
Voglio sapere che cosa in me fa sì che non riesca a farmi avanti
Quelle notti in cui l’istinto prende possesso di me ed inizia a spingere.
Forse è solo perché non ti ho mai dimenticata.

O è perché ho ancora paura?

Vedo gli scalini della chiesa, una visione. C’è finzione anche in essa?
È vero, qua l’ho resa un racconto, ma nonostante tutto non si è ancora capito chi sta tormentando chi.
E il tempo può essere davvero divertente nel suo continuo muoversi verso il futuro,
Glorificare il passato e amplificare il dolore nelle cornici e nel vetro.
E allora il nostro tocco è stato sacro la metà di quanto l’abbia fatto sembrare,
O è stata solo tutta fabbricazione di un mezzo sogno?
Solo quegli elementi, l’amore adolescente.
Solo noi che provavamo ad aggrapparci a un significato, a uno scopo,
Ad un senso nel fatto che
Qualcosa di spirituale si libera quando la sensazione ti colpisce.

E quando la sensazione colpisce.

E in quel momento scintille e arpe suonano
Una melodia ascendente tra nebbia e fantasia,
E in quel momento c’è un’onestà istintiva e pura, ma
Scompare come è venuta, rapida e portatrice
Solo di effimera estasi di naturale armonia.
Hanno paura delle note che vengono suonate e provano a cantarle.
Non vergognatevi, abbandonatevi al sentimento.
Non vergognatevi, continuate a provare emozioni.
Ma trovatelo: un corpo che abbia senso.

Io l’ho sentito.

8. UNA POESIA (A Poem)
È la terza volta che ti scrivo una lettera, e il tono si sta facendo più buio. Sto peggiorando sempre più.

C’era un motivo per cui scrivevo, ma provare ad esorcizzare i miei demoni non ha funzionato. Per provare a liberare me dalla preoccupazione e te dalla meraviglia per il futuro ed il dolore. Ho scritto una poesia:

Mi rendo conto sempre più di come dipinga le cose di grigio,
Sono sempre più preoccupato dal dolore,
Sono sempre più attratto da ogni nuvola lassù ne cielo,
Ho sempre più paura che stia per piovere.

Sai, è da qualche tempo che non sopporto il mio esagerare il dolore. Il mio puntare sempre il dito contro chiunque tranne chi ha davvero una colpa, e come mi strappo le croste come se non potessero mai aprirsi, ma lo fanno, e lo faranno, e perderò sangue come una perdita nel seminterrato, un ubriaco nel coro della notte, biascicherò tutte quelle parole per rendere inutile quel dolce, vecchio ritornello, infliggendomi dolore, ed è qua che sta il vero motivo per cui dovrei vergognarmi: quando li ho sentiti cercare tra le macerie e trovare arti, stavano cantando inni. Ma adesso che cosa ne sarà di ciò che canto?

Le preoccupazioni, la meraviglia, la brevità dei giorni,
Un rimpiazzo per gli obiettivi,
Le cose spazzate via dalle
Preoccupazioni, dalla meraviglia, dalla mia scarsa concentrazione,
Un rimpiazzo per i sentimenti,
L’occasionale scopata.
E il peggio della fauna indossa vestiti e riesce a pregare,
A preoccuparsi, a meravigliarsi, per tre pasti al giorno.
Solo la morte non trova ostacoli, non rallenta il suo passo
E si porta via quel meschino, vecchio senso di preoccupazione e meraviglia.

9. KING PARK (King Park)
Un'altra sparatoria a sud-est. Stavolta un agguato in macchina, in pieno giorno,
Di fronte alla fermata del bus tra la Fuller e la Franklin. O lì vicino.
Non lontano dal parco. Più o meno a un isolato di distanza dalla sparatoria del mese scorso.
O era la scorsa settimana?

Sono stati sparati del colpi da un SUV diretto a nord, verso Eastown,
L’obiettivo era un rivale ma stavolta il bersaglio è stato mancato.
Hanno colpito un ragazzo che, pensiamo, non aveva nulla a che fare con loro.

E viaggio indietro nello spazio e nel tempo, e mi disintegro, mi faccio invisibile.
Voglio essere lì e capire com’è successo, come non ho potuto fare.
Voglio essere lì e toccare con mano.
Voglio sapere cosa significava esserci.

E allora fluttuo dietro le barriere della polizia, ricostruisco la scena con frammenti di ricordi.
Voglio sapere com’era sua madre da vicino, voglio vederla piegarsi sul suo corpo.
E allora fluttuo lì, trascendo il tempo. Voglio fotografarlo con cura.
Voglio sapere di che colore era il sangue versato sul cemento.
Voglio appuntarmi tutto per poterlo ricordare sempre.
Se avessi potuto vederlo da vicino, come avresti potuto dimenticarti di quant’è insensata la morte, quant’è preziosa la vita?
Voglio essere lì, nel momento in cui il proiettile l’ha colpito.

E la gente si riversò in strada mentre gli spari svanivano nel suono delle sirene, uscì dalle loro case
Nei giardini, fino al luogo dove le barriere della polizia avevano circoscritto la scena del crimine.
Tutti provavano a sbirciare per capire cos’era successo,
Che cosa stava succedendo tra l’ambulanza e tutte le macchine della polizia.
Tutti facevano congetture, “Al figlio di chi hanno sparato? Dove è stato colpito? E chi avrebbe potuto sparare?”
Tutti si chiedevano, “Com’è possibile che sia successo di nuovo? È morto? Questi bambini. I nostril figli.”
Tutti si chiedevano quant’erano lontani dalla casa delle vittime.

E vado a fargli visita, nelle loro case. Nel mio sogno vado a fargli visita.
Il mio spirito si libra in alto sopra King Park, lascia la scena del crimine, viaggia ancora più indietro
Fino a molto prima della sparatoria, entra dalle loro finestre, nei loro salotti.
Stavolta li vedo più giovani, giocare ai videogames e fare i compiti.
Tutti questi marchi di gioventù si sarebbero presto fatti fredda pietra, risse e stupide rivalità.
Rovine avvolte d’oro. E con crudeltà ricordo perché sono venuto qua: per trovare un motivo.
Ma non può esserci un motivo, non per la morte, non così. Non così.

Tre giorni dopo organizzarono il funerale. La famiglia.
Tre giorno dopo una madre dovette seppellire il proprio figlio.

Non lontano, il colpevole si nascose in un hotel vicino all’autostrada con un amico e l’arma del delitto.
Quella stessa pistola. Scappò immediatamente ma venne identificato dai testimoni, la sua immagine venne trasmessa in TV.
Aveva solo 20 anni, lo chiamavano “Nonno”. Era più vecchio degli altri di un anno,
Forse due.

E per un po’ fu al sicuro, finché qualcuno lo vide e avvertì le autorità,
Che circondarono l’hotel ed arrestarono prima un complice che cercava di scappare,
Poi lo inseguirono su per la scala fino al piano dov’era la sua stanza. Chiuse la porta sbattendola forte
Dietro di sé, e si chiuse a chiave nella stanza.

Avrebbero potuto sfondare la porta ma sapevano che aveva ancora la pistola con sé,
L’aveva già usata e quindi avevano paura di ciò che avrebbe potuto fare.
Fluttuai fino alla finestra di una stanza ad ovest dell’hotel.
Mi librai fino al corridoio e provai ad ascoltare.
Li sentii provare a ragionarci, a convincerlo ad aprire la porta.
Suo zio lo supplicava, lo implorava, era quasi steso per terra.
Predicava speranza e pietà,
Diceva, “Abbiamo tutti un’opportunità di rimediare a ciò che abbiamo portato via, a fare pace con il mondo.”
Pensai di passare sotto la porta, sarei potuto entrare nella stanza,
Sentii su di me il peso dell’assassinio e la Terra tremò fino al nucleo.
Era come se il mondo stesse crollando su sé stesso. Poi lo sentimmo parlare,
“Se mi suicido potrò andare lo stesso in paradiso?
Se mi suicido potrò andare lo stesso in paradiso?
Potrò mai venire perdonato per aver ucciso quel ragazzo?
È stato un incidente, lo giuro, non era destinato a lui!
E se mi puntassi addosso la pistola, se pareggiassi le cose, potrei ancora andarci o finirei all’inferno?
Se mi suicido potrò andare lo stesso in paradiso?”
Mi lasciai dietro l’hotel, non volevo sapere come sarebbe finita.

10. EDWARD BENZ, 27 VOLTE (Edward Benz, 27 Times)
Sentii la voce del vecchio spezzarsi, balbettare un attimo e poi fermarsi.
Sentii una frase cominciata con confidenza bloccarsi dall’improvvisa assenza di una parola.
Inciampò e farfugliò provando a ritrovarla, una cosa una volta così semplice adesso scomparsa.
Quando finalmente si arrese, mi disse “Ah, invecchiare è un inferno.”

Quando sei entrato nel negozio, sapevi che mi avresti mostrato le tue cicatrici?

Ero triste, lui portava una porta, il suo vetro rotto avvolto di plastica,
Mi chiese se potevo aggiustarla, poi passare da lui e aiutarlo a rimetterla nei cardini.
“Sai, sono troppo vecchio per sollevarla, e non è per casa mia, è per quella di mio figlio.”

Quando hai aperto la porta, che cosa pensavi avresti trovato?

Nessuno batte ciglio.

Più tardi andai da lui ed entrai in retro sul vialetto. Scesi e lo trovai lì ad aspettarmi, pronto a condurmi per il giardino fino al retro della casa, dove c’era l’infisso vuoto, e mi aiutò a tenere la porta ferma mentre io martellavo sui chiodi. Poi, sul portico, in qualche modo iniziammo a parlare, mi raccontò della casa e che suo figlio era schizofrenico, allora l’avevano comprata per lui, le medicine funzionavano e pensavano che una dimora l’avrebbe aiutato ad inserirsi tra la gente, a vivere una vita normale.

Ma le pillole lo facevano dormire troppo. Quindi non riusciva a mantenere un lavoro, e un giorno smise di provarne di nuovi. E quel giorno lei ti aveva chiamato, lui l’aveva chiusa fuori di casa.

Quanto velocemente arrivasti? E a che cosa pensavi mentre ti svegliavi?
Quali paure ti passarono negli occhi, ti derisero mentre camminavi verso la porta chiusa?

Me lo ricordo, Ed. Quella storia che mi hai raccontato è tornata stasera, qua, mentre stavo scrivendo.
E dovresti sapere che quella sensazione non mi ha mai abbandonato – il peso del mio cuore – da quella volta che mi mostrasti le cicatrici sulle tue braccia, da quando ti guardai negli occhi e sentii ciò che dicesti, come probabilmente saresti morto se non per prenderti cura di tua figlia e tua moglie. Come ti accoltellò, ancora tuo figlio,

Il modo in cui mi guardavi, come se fossi una sorta di vecchio proiettore che mostrava la scena mentre me la descrivevi, reale come nel minuto in cui accadde, quel ricordo che si muoveva dietro di me. Quel momento in cui cambiasti per davvero.

E guidò fino alla casa, parcheggiò sul vialetto. Scese e vide sua moglie ad aspettarlo, frenetica.
Era passata per controllare come stava, aveva trovato la scatola di pillole vuota, era andata in farmacia a prendere la sua prescrizione e, al suo ritorno, aveva trovato la porta chiusa, e non riusciva ad entrare.
Aveva bussato e bussato, ma lui non rispondeva.

Inseristi la chiave nella serratura e la girasti. Sentisti la sicura scivolare. La porta si aprì lentamente.
Andò in salotto, suo figlio brandiva un coltello, in piedi nell’ombra, si scagliò contro di lui e lo sbatté a terra.
Lo pugnalò, ancora ed ancora, ruppe quel vetro. Scappò su per le scale.
Arrivò l’ambulanza, gli mise punti e lo riempì di sangue mentre la polizia si prendeva suo figlio, i suoi fili erano così attorcigliati che suo padre era diventato un estraneo.

E resto seduto nel mio appartamento.
Non sto avendo risposte.
Non trovo pace né liberazione dalla rabbia.
Tengo tutto lontano.
Mi tengo distante.
Dagli hotel, da Gesù e dal sangue sul tappeto.
Non digerisco nulla.
Non sto cercando nessuno.
Me ne sto andando da questa città e non so dove andrò.
Porto con me la tua immagine.
La bara di tuo nonno.
Ed, se riesci a sentirmi, ti penso spesso.
È tutto quello che ho da offrire.
È tutto ciò che so dare.

11. VEDO OGNI COSA (I See Everything)
Come ogni giorno del mio primo anno di liceo arrivo in classe in ritardo,
Ma oggi sedendomi vedo qualcosa nelle facce di tutti, c’è un’aria da funerale, è come una veglia.
La mia insegnante parla, abbastanza scura, ma nonostante tutto confidente e calma.
Il suo discorso è parte elogio, parte poesia, parte celebrazione.
Il suo calore e il suo sorriso, ci distribuisce fotocopie di pagine di diario
Scritte tanto tempo fa. Inizia a leggere, e improvvisamente è il 1980.

5 Marzo – Il cancro è furioso ma nostro figlio resiste, abbiamo la fede per andare avanti in qualsiasi modo andrà a finire. Le cure sono violente, ma lui continua a sorridere. È fantastico trovare gioia nelle piccole cose.

12 Aprile – L’appetito di Andrew è migliorato e ringraziamo Dio ogni giorno. Ma a volte è difficile vederlo rinchiuso in quella struttura da spaventapasseri.

9 Luglio – Vedo sofferenza quando lo guardo negli occhi. Ha sopportato così tanto. Abbiamo tutti sopportato così tante cose, ma che incredibile determinazione ha nostro figlio, solo 7 anni, faccia a faccia con la morte. Dice che è facile trovare persone che abbiano sofferto più di lui. “Come Gesù, lui ha sofferto più di tutti”, mi ha detto ieri notte, “quando Dio lo abbandonò.”

20 Settembre – È da qualche tempo che giochiamo in giardino e il morale è alto, non come la sua percentuale di globuli rossi.

14 Ottobre – Si sente sempre stanco.

30 Novembre – Siamo di nuovo in ospedale. È come essere a casa.

8 Dicembre – Sta peggiorando.

19 Gennaio – Oggi abbiamo seppellito nostro figlio, il più piccolo, e anche se la sua morte è stata orribile non dobbiamo lasciare che ci allontani da Dio. Una grande grazia l’ha salvato. Gli ha dato un corpo nuovo. E l’ha liberato dalla tortura, l’ha finalmente liberato dal cancro. Un momento prima di andarsene è riuscito a strapparsi per un secondo dalla morte, ha aperto gli occhi all’improvviso e ha detto,
“VEDO OGNI COSA. VEDO OGNI COSA.”

E non lo scorderò mai, la pace e la calma che avete dimostrato in un dolore che posso soltanto immaginare. Perdere un figlio per la tortura del cancro. Aiuto. Perché posso solo immaginare come abbiate potuto tornare alla normalità, continuare ad avere fede e a vedere lo splendore della vita nel sorriso di un bambino che avete dovuto seppellire. E non dimenticherò mai né lui né la vostra immutabile fede. No, non vi dimenticherò mai. Adesso che sono passati sei o sette anni, io sono privo di qualsiasi fede. Non trovo pace e sono stanco di aspettare. Anche se non ho provato nemmeno un minimo del vostro dolore, non riesco a vedere nulla. Anche se non ho provato nemmeno un minimo del suo dolore, i miei occhi sono chiusi.

12. UN BARATTOLO ROTTO (A Broken Jar)
Eccoci qua,
Un’ultima lettera. Un ultimo tentativo di trovare un senso. A chi ho scritto finora? Non ne sono più sicuro. Che cosa sto provando ad ottenere? È un mistero, credo. Segretezza creata dalle mie stesse mani. Le cose si fanno annebbiate, e adesso sia tutte queste storia sia la lotta che raccontano si fanno confuse, si fanno sempre più confuse ogni minuto che passa.
E allora, in che voce ho scritto finora? La mia o la sua?
Sono mai state diverse tra loro?

Non lo so, non lo so.

Un’ultima supplica disperata. Un ultimo verso da cantare. Un’ultima risata registrata per accompagnare la commedia.
Sono ormai un caso perso? Sono diventato pazzo? O è stata la parte peggiore di me ad aver fabbricato, creato tutto questo?
So che ho ribaltato il tavolo perché sono rimasto a guardare il barattolo spezzarsi, e ho provato a rimetterlo assieme ogni singolo stupido giorno, ma le crepe continuano a vedersi indipendentemente da che bel lavoro io faccia, potrò mai decidere di lasciar perdere e lasciarti andare?

Tutti i miei temi ed ogni singola narrazione che segue riflettono quel momento in cui si ruppe, arriverà mai un momento in cui potrò dimenticarlo?
Ora sto gettando via i cocci, sto ignorando ogni frammento e sto zoppicando verso un sipario che nessuno vuole vedere calare, per cui nessuno applaudirà, ma che deve comunque scendere.

13. TUTTI I NOSTRI CORPI FERITI E TUTTO IL CUORE SI RESTRINGE (All Our Bruised Bodies and the Whole Heart Shrinks)
E allora raccontami la tua storia. Hai mai sofferto?
Se sì, ti sei sentito meglio o non sei mai riuscito a lasciarti tutto dietro?
Hai trovato chi amavi a letto con un altro e
Hai lasciato che tormentasse te stesso e ogni altra cosa anche molto dopo che successe?

Fammi vedere tutte le tue ferite. So che tutti se le portano sul corpo.
Trasmettono il dolore – quanto male sei stato, come hai reagito.
Il cancro si è portato via tuo figlio? Tuo padre ha avuto un infarto?
C’è stato un momento in cui hai obbligato tutto il cuore a crescere o a farsi piccolo?

O solo a restringersi.
Il cuore può restringersi?

Raccontami tutto. Raccontami tutto ciò che sai.

Quand’eri piccolo, ti hanno raccontato di quanto può essere crudele il mondo?
Nessuno te l’ha mai raccontato?
Dimmi, qual è il senso della tua vita? Chi è che ti ha messo qua, e perché?
C’è qualcuno che ti ha messo qua?
E che dire di quelle necessità? Ad esempio, come sopportare la tragedia e il dolore?
Qualcuno ti ha mai insegnato come fare?
Quando toccherà a me il mio cuore esploderà, si spezzerà o si farà forza?
C’è solo un modo per scoprirlo?

Non so se sono pronto a scoprirlo.
Quanto sono forte. Di cosa sono fatto.
Non sono sicuro di essere pronto a passare in mezzo al fuoco.
Non sono sicuro di riuscire a sopportarlo.
Pensi che se il cuore continuasse a rimpicciolirsi
Un giorno arriverebbe a non esserci più?
E quanto ci vorrebbe?
Sarebbe meglio soltanto che esplodesse o si spezzasse?
Perché non mi sembra che il mio cuore si stia facendo forza.

Raccontami le tue storie. Mostra le tue ferite.
Vediamo che cosa riesce a sopportare l’umanità.

Lei ha perso suo figlio, aveva solo sette anni, per un cancro. Ha risposto con la fede nel suo dio e tenne duro,
Lui è stato aggredito da suo figlio, accoltellato allo stomaco, alla schiena e alle braccia.
Mi ha mostrato le sue ferite.
82 anni, mi ha detto, “Ho ancora mia figlia e mia moglie. E ho ancora
La mia vita e mio figlio.”

Raccontami le tue paure peggiori. Scommetto che assomigliano alle mie.
Raccontami a che cosa pensi quando non riesci ad addormentarti di notte.
Dimmi che stai facendo fatica. Dimmi che hai paura.
No, dimmi che sei terrificato dalla vita.
Dimmi che a volte è difficile non pensare alla morte.
Raccontami come hai fatto a perdere. Raccontami come se n’è andato. Raccontami come se n’è andata.
Raccontami come hai fatto a perdere tutto ciò che avevi.
Dimmi che non tornerà più.
Raccontami di Dio. Raccontami dell’amore.
Dimmi che è tutte queste cose.
Dimmi che pensi a ogni cosa passando attraverso il filtro della paura.
Scommetto che non sei l’unico a farlo.

Al mondo tutti, ad un certo punto, arrivano a soffrire.
Mi chiedo quando toccherà a me. Me lo chiedo.
Tutti stanno cercando qualcuno o qualcosa.
Mi chiedo che cosa troverò. Me lo chiedo.

14. IO E TE IN UNISONO (You and I in Unison)
Che cosa troverò?
Qualcosa di sacro per aiutarmi a gestire la tragedia?
O forse un tempo – l’avevo e l’ho perduto?

Nessuno dovrebbe mai attraversare il fuoco da solo.
Nessuno dovrebbe resistere a quella tempesta.
No, a tutti serve qualcuno o qualcosa.

E quando canto, non canto il tuo nome
Nello stesso momento in cui canto il mio?

Giuro che ci sono giorni in cui ti sento spaccare in due la luce che entra dalla finestra.
Le forme che crea sono sempre più calde, sempre più luminose di tutto il resto.

Giuro che ci sono giorni in cui ti sento cantare o sussurrare il mio nome nel modo più sottile.
È come se la luce più calda, che ora copre il pavimento di camera mia, sia in qualche modo tu e non solo luce del sole.

Il ricordo rientra dal balcone.
Metto un fiore sulla schiena del suo vestito.
Forse sarebbe meglio dimenticarlo.
Forse sarebbe meglio lasciar perdere.
Lo dipingo del colore del punto in cui si incontrano la pelle ed il labbro,
Solo un momento prima di dare il bacio.
Sfoco tutto il resto.
È così che scelgo di ricordarlo.

Certe notti assomigliano molto ai giorni, resto sveglio fino a tardi, guardo le ombre creare la tua forma.
Quelle schegge d’argento sul muro, poi sulle lenzuola.
Sento la tua canzone tra gli alberi. Finalmente riesco a riposare.
Spesso, quando dormo, appari nei miei sogni.
Fai cose semplici, come fare la spesa.
E giuro che quando mi sveglio è come se te ne fossi appena andata,
Come se ti fossi alzata a preparare la colazione, o forse solo a vestirti.

Ma la verità è che non ci sei mai stata. E non ci sarai mai.
A volte penso che anche per me sia così, e allora che cosa posso fare
Quando sembra ancora che ogni giorno inizi e finisca con te?
E non lo saprai mai, non capirai mai
Quanto il tuo fantasma mi ha definito in tutto questo tempo.

Lascio il ricordo sul balcone.
Strappo il fiore dalla schiena del vestito.
Scommetto che stavolta è meglio dimenticare e lasciar perdere.
Dipingerlo del colore del punto in cui il labbro sanguina e perde sensibilità.
Sfoco tutto il resto, sfoco tutto il resto e basta.
E lascio perdere, lascio perdere, lascio perdere.

Prima o poi, tutti lasciano andare.
Tutti lasciano andare.

Mi chiedo quando toccherà a me. Me lo chiedo.

Ma se ti sento ancora cantare in ogni città che incontro,
Anche dopo che ho cercato di sfocare tutto, ogni nostro ricordo,
Se quando il sole tramonta tu non te ne vai assieme a lui,
Se la tua forma continua a tormentarmi,
Allora non dovrei continuare a cantare assieme a te?
Non dovrei continuare a cantare assieme a te?

Canterò sperando dolcemente che le note cambino,
Ma non è necessario che succeda. Non mi sono rassegnato.
E se non cambieranno mai canterò il tuo nome in ogni verso.
Come ho fatto in tutto questo. Come ho sempre fatto.
In ogni pistola, nella chiesa vuota, in ogni figlio torturato.
In tutti quelli che si arrendono. In tutti quelli che lasciano.
Canterò i nostri nomi in unisono fino alla morte.

Canterò i nostri nomi in unisono fino alla morte.

La Dispute - Somewhere at the Bottom of the River Between Vega and Altair (2008)



1. Such Small Hands
2. Said the King to the River
3. New Storms for Older Lovers
4. Damaged Goods
5. Fall Down, Never Get Back Up Again
6. Bury Your Flame
7. Last Blues for Bloody Knuckles
8. The Castle Builders
9. Andria
10. Then Again, Maybe You Were Right
11. Sad Prayers for Guilty Bodies
12. The Last Lost Continent
13. Nobody, Not Even the Rain

1. MANI COSÌ PICCOLE (Such Small Hands)

Penso di averti vista nel sonno, cara,
Penso di averti vista in sogno,
Stavi dando i punti ad ogni promessa infranta
Che il tuo corpo non è riuscito a mantenere,
Penso di averti vista nel sonno.

Penso di averti vista nel sonno, cara,
Penso di averti vista in sogno,
Stavi dando i punti ad ogni promessa infranta
Che il tuo corpo non è riuscito a mantenere,
Penso di averti vista nel sonno.

Pensavo di aver sentito la porta aprirsi, oh no,
Pensavo di averla sentita aprirsi ma in realtà si stava chiudendo,
Pensavo di aver sentito il suono di un incidente aereo,
Ma in fondo era solo la tua passione che cedeva e si spezzava.

Penso che tu mi abbia visto affrontare la mia paura
Alzando la bottiglia e facendo scendere la birra,
E penso che dovresti startene lontana da qua,
Tra queste mura ci sono fantasmi che ti strisciano nelle orecchie e ti entrano in testa.

Penso di averti vista nel sonno, cara,
Penso di averti vista in sogno,
Stavi dando i punti ad ogni promessa infranta
Che il tuo corpo non è riuscito a mantenere,
Penso di averti vista nel sonno.

2. DISSE IL RE AL FIUME (Said the King to the River)
“Forza, mia signora, impacchetta le tue cose,
Questa non è casa tua e non lo è mai stata, recidi ogni legame,
Stanotte cavalchiamo, stanotte cavalchiamo, stanotte cavalchiamo.”

“Quanto abbiamo tremato per come il tempo ha assemblato
Piccoli fuochi di desiderio nella tundra della nostra pelle!
E allora fatti un piccolo favore, assapora ogni momento di esitazione,
Perché quell’incertezza nella mia voce era solo un astuto finto malessere,
Stanotte cavalchiamo! Stanotte cavalchiamo.”

Oh Amore, scopriti,
So che fa caldo sotto le tue lenzuola e c’è ghiaccio per le strade ma ascoltami,
Amore, sarà tutto come prima.
Ma non possiamo perdere tempo a impicciarci in relazioni che abbiamo rinchiuso nei nostri sogni.
Non siamo puliti, non siamo puri, non ci riposeremo finché non ne saremo sicuri.
E allora deruba i tuoi cari piccoli occhi del travestimento che è il sonno.
Sono al tuo capezzale con un secchio pieno di bugie.
Forza, mia signora, impacchetta le tue cose,
Questa non è casa tua.
Ma io so qual è casa tua.”

Al glorioso passato:
Hai aperto la mia finestra ma hai rotto il vetro.
E ti imploro, ‘spogliati della tua bellezza.’
Perché ci hai insegnato che nel presente si nasconde un pericolo,
Come il freddo che attende il bambino che lascia il grembo.
E pericolo ci porterai nel nostro sicuro prossimo futuro.
A meno che stavolta il fiume non esondi.

Oh, preziosa distanza,
Oh, prezioso dolore, mi hai dato un nome
E l’hai inciso sulle pietre che coprono il letto del fiume.
Oh, preziosa distanza,
Oh, prezioso dolore, ci hai dato un nome,
Ci hai dato un nome.

“Alzati!”, disse il re al fiume, “Non mollare! No, porta un’alluvione e che sia spietata!”
“Respira!”, disse il vento all’acqua, “Non arrenderti mai! No, costruisci un ponte! E che sia forte e furioso. Che faccia tacere il decreto del re. Devi contemplare la corrente, ragazzo, e comandare a quel codardo di fermarsi.
Il ragazzo respira perché il suo amore dice “aspetterò”,
Il suo amore dice “aspetterò”.
Lei urla “Tornerò, Sì, tornerò!
Arriverò - Ho vissuto una vita terribile. Caro, vieni a prendermi. Vieni a prendermi”.

“Alzati!” disse il ragazzo al suo amore, “Cara, alzati. Ti ho portato il mio amore e l’ho portato lontano!”
“Vattene”, disse lei al suo amore, “Mi sono arresa. Se l’amore è un ponte l’abbiamo costruito male!”

Calma la tua rabbia.
Ferma i tuoi pugni.
Lei non tornerà mai, lei non tornerà mai.
Lei non tornerà mai, lei non tornerà mai.

3. NUOVE TEMPESTE PER VECCHI INNAMORATI (New Storms for Older Lovers)
“Sono qua, un uomo in rovina – stanco di supplicarti in ginocchio. Ti prego, sto solo provando a tenere unita la mia famiglia. Quando hai visto il tuo amore indossare un anello al dito, perché non ti sei fermato?

Ho una mezza idea di farti male, di farti sanguinare, di farti soffrire. Lo giuro, se l’hai toccata – oh Dio, perdonami per quello che ti farei, mostro. Hai pensato ai tuoi bambini? Non crederanno mai a ciò che hai fatto.

Ascolta, ti sto supplicando, fatti da parte. Lasciami ricostruire tutto ciò che hai distrutto.

Lo diceva sul serio, giuro che lo diceva sul serio, spesso sussurrava: ‘Marito, sarò sempre accanto a te.’

Ma sempre significa sempre, e sempre non ha valore. Vorrei non averla mai sentita parlare.

E spero che tu ci veda – tua moglie, i tuoi figli ed io – seppelliti nei rottami del tuo crimine, mentre tu enumeri i tuoi peccati, chinandoti per dare il bacio della buonanotte alla tua colpa.”

Lei è mia. Te la sei portata via, l’hai ingannata in qualche modo ma
Sopravvivremo. Lo faremo. Lei mi ama – vedrai.
Sei cieco. Lei mi ama.

Inspira.

Finalmente fece una pausa per inspirare, poi guardò in basso – era come guardare dritto all’inferno.
L’uomo era seduto di fronte a lui, silenzioso, una statua incorniciata di carne e dolore. Pensò, “Oh, che cos’altro posso dire per smuoverlo? Per far parlare questa statua? Lo giuro, è fatto di pietra e sto a malapena sollevando una brezza.”

E, dopo aver aspettato in silenzio, finalmente si girò per andarsene.
Distrutto, appena solcato l’uscio, respirando lentamente, con il cuore che batteva forte, lo sentì dire:

“L’amore è curioso – il modo in cui svanisce senza avvertimento. Non chiede di potersene andare. E quando se ne va – oh, se n’è andato – e non tornerà mai.

Non puoi fare nulla per salvarlo, per farlo respirare come quando le stavi infilando l’anello al dito.
Credimi: se n’è andato per sempre.

Adesso non puoi fare nulla per fermarmi. Lei è felice con me e finalmente mi sento vivo. Mi dispiace.”

4. BENI DANNEGGIATI (Damaged Goods)
Lei si sforzò di sorridere, disse
“Ragazzo, vieni e baciami sulla bocca – ti libererò.
Hai presente quella speranza a cui ti stai aggrappando? Sembra proprio che sia paura.
Cadi velocemente in errore, e altrettanto velocemente alzi la voce, dicendo cose come
‘Se non trovo nessun errore a cui dare la colpa, allora significa che non avevamo altra scelta.’

Oh, ma avevi diverse opzioni.
Ero la tua opportunità di sentirti completo,
Ma quando mi sono avvicinata
Hai baciato la tua paura invece che me.

Avevi la mia mano nella tua,
Avevi il mio labbro tra i tuoi denti,
Avevi il mio cuore in mano,
Avevi un’opportunità di respirare.

Ma, ragazzo, non hai scacciato la tua paura, e allora io mi sono lasciata tutto dietro.

E ora è tardi per cambiare idea,
Ti sei spaventato, ragazzo, e io me ne sono andata.
Hai fallito, e non puoi far tornare indietro il tempo.
Hai avuto la tua opportunità ragazzo, io ci ho provato.”

“Ci hai provato?” La guardai negli occhi e sorrisi,
“Ragazza, devi capire che quella paura non è una sorta di artefatto.
Si è intrufolata indesiderata nella mia testa il giorno che la strapparono via.
Mi ha cambiato.

Ora, alla fine di ogni giorno, resto sveglio nel buio e aspetto
Che i fili del mio cervello vengano tagliati e silenziosamente riallacciati,
E ascolto il mio cuore battuto esclamare ‘Rifiuto ancora di lasciarla andare.’ “

E allora fuggiamo nei nostri errori perché ci aspettano pazientemente.
Oh, come mi aspettano sempre.

Se la mia paura mi ha dato la forza di restare, solo la mia paura mi potrà liberare.
E mi dispiace, cara, ma non osare dire un’altra parola.
Come ho potuto rischiare di tenere il tuo cuore in me quand’eri ancora innamorato di lei?

Ti sbagliavi.”

5. CADERE, NON RIALZARSI MAI PIÙ (Fall Down, Never Get Back Up Again)
Là dove le pietre riposano come ossa lungo l’oceano,
Là dove le onde si infrangono con disprezzo sulla riva.
Qualcuno tremava per paura della tempesta,
Qualcuno cercava in silenzio la sua mano.
Disse,
“Capiscilo, se avrai freddo ti terrò al caldo.
E oltretutto, c’è così tanta bellezza in una tempesta.
Vieni con me sulla riva.
Che cosa c’è ancora? Ti adoro.

E allora dimmi, che cosa c’è di cui aver paura?
Pensi che qualche serafino lassù stia provando a derubarci del nostro amore
Perché i cieli non sono limpidi?
Mia cara, sai che non ci sono – ora ascolta la pioggia battere sul tetto.”

Ma il vento soffiò più forte.

Là dove le pietre si ergono come troni lungo l’oceano,
Là dove le onde rendono il mare una tomba,
Gli amanti lottavano nel cuore della tempesta
E l’acqua strisciava rabbiosa sulla spiaggia.
Disse, “Dammi la mano e resta con me, verremo salvati.”
Ma la marea si aggrappava al piede di lei come un’ancora,
E anche se provava a far retrocedere la linea di galleggiamento,
Venne trascinata a mare.

Non riuscì a spezzare le onde
Per riportarla a riva, al sicuro.
Vide la sua mano tornare in superficie, solo una volta,
Per poi scomparire di nuovo, per sempre.

Aspettami nel mare, mia cara,
Ti sento.
La tua voce è nella spirale di ogni onda,
Il tuo canto in ogni brezza violenta.
Un giorno non molto lontano, mia cara,
Lo giuro, ci rivedremo.
E sentiremo i serafini piangere,
Perché sono ancora invidiosi di noi.

Come erano invidiosi di noi.

6. SEPPELLIRÒ LA TUA FIAMMA (Bury Your Flame)
Potevamo dare la colpa alle nostre mani,
Portarono il bicchiere alle nostre bocche e bevemmo.
O potremmo dare la colpa ai nostri corpi
Che dissero “Ci piace venire toccati”.

Le tue dita sono intrappolate nelle mie vene,
Penso sia ora che tu le tiri fuori.
E non mi importa nulla della carne che strapperai,
Non è della carne che mi preoccupo.

Tenevamo un fiammifero in mano per tenere sott’occhio il sentiero ma la fiamma si spense e ci perdemmo.
E mi sono inginocchiato per gli ultimi tre anni provando a ritrovare la strada con quel fiammifero annerito in mano.
Oggi non ho paura di fallire.
“Il passato è un fiore.
Il futuro: la neve.”
Non sono mai stato minimamente perfetto,
Ma non ti ho lasciata andare.

Hai lasciato che i tuoi dubbi ti trascinassero come un fiume
Ancora e ancora e ancora,
E non potrai mai tornare indietro e salvare ciò che avevi,
A sentirmi prometterti, “seppellirò i tuoi problemi in me, potrai dormire sonni tranquilli.”
Ho tenuto il tuo cuore tra le dita e adesso
Se n’è andato, se n’è andato, se n’è andato.
E non ammetterai mai di aver offerto al vento di soffiare sulle fiamme
E di aver seppellito le braci a mare.
Mi hai fregato.

Tornasti e portasti con te alluvioni,
Indossavi una collana fatta dei cuori che avevi trascinato nel fango.
Io non sapevo cosa fare.
Ma poi vidi il mio, e quasi cercai di afferrarlo. Dissi,
“Cara, sei l’unica persona sulla Terra che voglio lo abbia.”
Ma adesso non sono così sicuro che fosse vero
Dopo tutto il male che gli hai fatto.
Ma stavolta non c’era nessun dolore lancinante,
Solo il fantasma della tua presenza che comprimeva il mio petto come un rampicante.
Un’assenza incrollabile,
Come la maggior parte delle mie interiore strisciò fuori dalla mia bocca e andò verso ovest. Ma va bene così.
Facemmo un calco dei nostri cuori.
Immaginammo i nostri corpi come scolpiti nella pietra, ma
Fecero saltare i mattoni e il cemento,
Scoprimmo che siamo solo strati di pelle che nasconde ossa.

E le nostre ossa sono come catene, vecchie e arrugginite dalla pioggia – si spezzeranno quando il peso si sposterà.

Ti muovevi come il fuoco si espande in una foresta.
Le tue mani erano rosse come la pelle delle tue labbra.
Avevi flirtato con la distanza, principessa,
Sentii il suo sputo nel tuo bacio.
Oh, padrona, sappilo:
Oggi seppellirò le fiamme del tuo fallimento.
Il passato è un bugiardo, il futuro: una troia.
Getterò le tue ossa nel terreno e
Non tormenterai più i miei pensieri.

Oh, avremmo potuto dare la colpa alle nostre mani, ma
Sono state le nostre bocche ad essersi aperte per ingoiare
E le nostre teste a comandarci di bere.

Ma mentre seppellivo le tue fiamme nel terreno,
Vidi il fumo tirare il tuo fantasma su dalla tomba.
E ho paura che ci aspetteranno finché non saremo di nuovo faccia a faccia.
Proprio quando dissi, “Sto andando – sto andando avanti”
Li sentii tornare in vita.

Ci sono fuochi che lacerano valli e rendono l’erba polvere.
Ci sono fili – avvolti da luce azzurra che ci portano indietro nel tempo.
Siamo stanchi. Avremmo dovuto sapere fin da subito che non saremmo durati molto.

7. UN ULTIMO BLUES PER NOCCHE INSANGUINATE (Last Blues for Bloody Knuckles)
“Mia preziosa moglie, sono in rovina. Sto cadendo a pezzi. È vero – sono stato io a sfidare la marea ad alzarsi così tanto che è arrivata a distruggere la nostra costa?

Posso metterla a posto, lo giuro, se avrai fiducia in me, sono vecchio e arrugginito ma mi importa, mi importa.

Mia preziosa moglie, abbiamo fatto una promessa, i nostri corpi sarebbero dovuti essere come uno solo. Come puoi dubitare di un amore che si è stagliato così orgoglioso mentre crescevamo i nostri figli?

Io ci credo ancora. Ha vacillato, è sbiadito, ma so che c’è.

Come ha fatto a cambiare? Che cosa pensavi di me? Com’è strano pensare che una volta eravamo una coppia.
Adesso abbiamo avvolto il passato in cocci di vetro e tremi quando pronunci il mio nome.

Oh, preziosa moglie, credimi, ci salverò, ci riporterò in vita, lo farò – abbiamo costruito una famiglia da questo matrimonio, perché vorresti farla a pezzi?”

“Oh, parla adesso, preziosa, nel tuo silenzio sento l’urlo della tua resa al fallimento.
Ascoltami, la promessa che hai fatto sarebbe dovuta essere per sempre,
Fino alla nostra morte, non puoi cambiare idea.

Non c’era nulla in quella promessa?
Mi stai ascoltando?”

“Oh, marito, non sono riuscita a controllarmi.
Marito, non ho potuto non farlo.
Non puoi impedire al vento di soffiare – né alla pioggia di cadere.
L’amore ha creato una tempesta in me; ha avvolto le sue braccia attorno ai miei fianchi.
Ti ho deluso, caro, mi dispiace – oh, mi dispiace.
Non potevo fare nulla.
No, non potevo –
Proprio come la pioggia cade sempre, certi amori finiscono senza un motivo.

Non puoi farci nulla.”

8. I COSTRUTTORI DEL CASTELLO (The Castle Builders)
Ora parla di rabbia,
Dimentica tutta la paura che hai ancora dell’amore, del sesso, della morte
E della fede, cancellala, lei che oscilla dolcemente attorno al suo collo
E tra i suoi seni.
Lascia che ogni corpo solo riesca finalmente a zittire la proprio paura della carne e dica,
“Come doveva essere strano quando tremavamo solo alla visione di una goccia di sudore.”
Che le nostre preoccupazioni vaghino come acqua che zampilla da una cascata,
Che cantino di tutto ciò che le nostre teste non sono ancora riuscite a rovinare.
C’è ancora così tanto che non sono riuscite a rovinare.

Luminoso come un fulmine,
Rumoroso come un tuono,
Metteremo da parte tutto il dolore per permettere all’amore di sostenere le nostre passioni,
E andremo avanti, guarderemo in alto,
Non siamo le nostre sconfitte,
Siamo solo il modo in cui amiamo.

E allora costruisci una casa per la tua famiglia,
E costruisci un castello per i tuoi amici,
Metti lenzuola e coperte sui loro letti,
Tienili al sicuro fino alla fine.
Ho sentito i danni e le bruciature del fallout,
Il mio amore ha fallito ma il loro ha prevalso,
Amici miei, sono solo carne e ossa ma
Non lascerò che moriate soli.

E allora lasciamo i nostri cuori ai piedi della montagna.
Che i nostri fardelli vengano rinchiusi nella pietra.
Se mi aiuterete a guardare in alto
Non vi lascerò morire soli.

Vedo bellezza zampillare dal terreno e dai nostri cuori.
Ve lo giuro, per tutto il male che sembra tormentarci c’è del bene.

Non vi lascerò morire soli.
Amore mio, non ti lascerò morire sola.

Si dice che la morta non sia un problema ma una promessa,
L’unica cosa di cui sono certo è che quando entrerà nel tuo letto
Ti bacerò sulla fronte e dirò “buonanotte”.

E allora parliamo di tutto l’amore che abbiamo perso e di ciò che ci è costato,
Di come ci ha lasciato a supplicare il nostro respiro di fermarsi e di come invece siamo andati avanti,
E siamo stati forti, e siamo rimasti luminosi come un fulmine.
Abbiamo cantato, rumorosi come un tuono.
Siamo sempre andati avanti.
Non siamo i nostri fallimenti.
Siamo l’amore.

9. ANDRIA (Andria)
Ogni tanto mi passi ancora per la testa. E quando succede, di solito sorrido.
Sono ancora deciso a scoprire quand’è che abbiamo iniziato a sbagliare, e perché.
E allora torno su ogni nostro passo con una penna insicura,
Provando a capire che cosa la mia testa sta pensando,
Ma la mia testa non è più quella di una volta.
E dopotutto,
Che senso ha?

Ricordo che salivi le scale fino al balcone
Per vedere se saresti riuscita a vedermi –
Nascosto là, in silenzio.
E ricordo la pelle delle tue dita,
Quel punto che toccavo sempre
Quando non mi restava più niente da dire.
Mi tenevi la mano ma avevi troppa paura di parlare,
Avevi troppa paura di parlare e non sono mai riuscito a capirti.
Ricordo quando ti piegasti, veloce, per baciarmi e, lo giuro,
Neanche una forza sulla terra avrebbe potuto fermare il tremore della mia mano.

E ricordo come sorridevi in mezzo al fumo
Di un’affollata, piccola coffee house, come ridevi a tutte le mie battute.
E ricordo come ti vestivi,
E come sprecavamo il meglio di noi in alcol e sudore,
E ricordo quando mi resi conto che te ne saresti andata,
Come a malapena riuscivo a continuare a respirare, e scommetto
Che se dovessi rifare ogni cosa, proverei lo stesso dolore.

E mi ricordo che camminavo in cerchio nel terminal piangendo in preda al panico,
Come piangevo disperato davanti a dio.
È da lì che ho iniziato a odiare gli aeroporti.

Deve essere vero ciò che si dice, che solo il tempo può guarire il dolore.
E ogni singolo giorno lo sento affievolirsi, ma –

Ricordo ancora come la distanza ci fregò,
Come ci prese per il polso, indifesi, e ci condusse in una buca per essere divorati.
Ricordo ancora come ci aggrappammo al nostro sentimento
Anche se non ci eravamo mai messi d’accordo su una via di uscita.
Ricordo ancora il silenzio.
Come trovavamo sempre un modo per tornare indietro e correre dai nostril errori.
Ricordo ancora come tutto tornò come prima
Per poi cadere di nuovo a pezzi.

Mia cara, sento la tua voce nella mia.

Sono rimasto qua da solo,
Ho avuto paura, mia cara.
Sono rimasto qua a casa,
Sono anni che te ne sei andata.
Sono rimasto solo.
Sono rimasto solo.
Sono rimasto solo.

Ho sospirato il tuo nome all’aria; ho impresso il tuo nome in me.
Ho sentito la mia rabbia gonfiarsi; ho nuotato nel suo mare.
Ho tenuto il tuo nome nel mio cuore, ma è rimasto seppellito dalla mia paura.
Ha strappato i fili del mio cervello; ho fatto del mio meglio per restare lucido.
E allora, cara, indipendentemente da come ci siamo lasciati, ti terrò dolcemente nei miei pensieri.
E se non mi mancherà una parte di te, vorrà dire che una parte di me è morta.
Se non posso amarti ed essere il tuo ragazzo, ti vorrò bene come un amico.
E metterò un letto di fronte a te; ti terrò al sicuro fino alla fine.

10. IN FONDO, FORSE AVEVI RAGIONE (Then Again, Maybe You Were Right)
Forse ho parlato troppo presto,
Hai costruito una casa nei miei sogni.
Mentre dormivo hai continuato a passare tra i miei pensieri,
Dicendo “non morirò così presto.”
Ho detto, “non capisci. Non avevamo scelta.
Ce l’hanno portato via; l’amore è stato così ingiusto nei miei confronti.”
“Ma capisci, ragazzo, è questo che voglio dirti.
Devi dimenticarmi.”

Poi sentii il suo fantasma muoversi in me.
Sentii la sua voce chiamarmi ma
Stavolta svanì, se ne andò.
“Oggi lo seppellirò.”
Oggi.

Allora sospirai il suo nome in una fredda, fredda stanza,
Guardai il suo spirito salire sui muri e poi dissolversi,
“Stavolta scelgo di dimenticarla.”

“Stavolta scelgo di dimenticarla.
Non lascerò che la mia paura diventi l’unico mondo che abbia mai conosciuto.
Conosco il mio cuore, baciami in bocca, liberami – ho ferite da rimarginare.
E saremo più che amici, mia cara; ho paura di aver cambiato ancora idea.”

“Ma ragazzo, è troppo tardi. Oh Dio, è troppo tardi.”

11. TRISTI PREGHIERE PER CORPI COLPEVOLI (Sad Prayers for Guilty Bodies)
Tenevano la loro passione nelle grinze agli angoli delle loro bocche,
Ogni angolo di luce dalla finestra aperta sbiadiva le loro facce anziane.

“Dovremmo sentirci in colpa?”, dissero,
“Dovremmo sentirci in colpa per questo peccato?
Dio, abbiamo davvero ucciso un uomo e una donna solo per sentire le nostre pelli toccarsi?”

“Non ero felice. Non ero felice dov’ero.
Oh, che cos’è la vita senza uno scopo? E cos’è uno scopo senza amore?
Prego che i miei figli possano perdonarmi anche se ho tentato di far esondare il fiume.
Mi sono lavato le mani mille volte ma le vedo ancora sporche di sangue.”

“Oh, pietà, sono qua per chiedere perdono per questo casino. So che ho strappato due mondi ma non posso farci nulla, mi sentivo così. L’amore è arrivato come una tempesta e ha strappato le porte dai cardini. L’amore mi si è versato addosso come un’alluvione, non sarei mai riuscito a fermarlo.
Non annegherò.”

Lei disse, “Amore, vieni e abbracciami, ho una paura terribile.
Anche se stai urlando alle stelle, le mie ferite non si stanno rimarginando.”
Lui disse, “Cara, stavo supplicando i cieli di farle scomparire ma,
Sai, non ho ricevuto risposta, o almeno una che riuscissi a sentire.
Ora penso al passato e a come entrambi non abbiamo tenuto fede alle nostre promesse,
E mi chiedo come possiamo fare a fidarci di noi stessi quando diremo una seconda volta:

‘Per tutto il resto della mia vita,
Nella buona e nella cattiva sorte,
In ricchezza e in povertà,
In salute e in malattia,
Per amarti e onorarti
Finché morte non ci separi.’

12. L’ULTIMO CONTINENTE PERDUTO (The Last Lost Continent)
Ho sentito la tua malattia strusciarsi sul mio braccio mentre ti passavo accanto –
Ho sentito la tua voce ma non sono riuscito a riconoscerti.
Ho guardato la tua malattia scivolare via lentamente in un luogo che una volta temevo
Ma stavolta non avevo paura.
Allora la inseguii e la trovai, finalmente, che si nutriva lentamente della tua testa,
E dei miei amici e della mia famiglia,
Quindi la presi per il collo.
“Per ogni amante che hai rovinato…”
Affondai le unghie nella sua arne.
“…e ogni vita che ti sei portata via…”
Le sbattei la testa sui mattoni.
Il suo sangue si versò sul selciato,
Lo mischiai a polvere e sputo,
“Mi prenderò una parte di te.”
Resi quel miscuglio cemento.
Strappai ogni organo dal suo corpo,
Le ruppi le ossa e creai mattoni,
Ci misi il cemento in mezzo
E costruii un trono per la speranza.
“È da troppo che ci fai a pezzi,
Che ci prendi per i polsi.
Oggi ti seppellirò in me.”
Ingoiai ogni suo centimetro.

Ti terrò, come mi hai tenuto – mi hai tenuto nel tuo cuore,
Saremo liberi dalla paura.
Abbiamo sentito i nostri fallimenti,
Abbiamo visto le nostre passioni andarsene,
Ma continuiamo a respirare.
I nostri cuori continuano a battere.
Ti terrò in me
Come mi hai tenuto,
Mi hai tenuto nel tuo cuore.
(E ti terrò nel mio cuore)

Ma lo vedo ancora, morto nel parcheggio del distributore giù per la strada.
E sento ancora il mio amico dire,
“Sai, non crederesti a ciò che ho visto quand’ero di stanza oltreoceano.”
Ma in qualche modo continua a sorridere nonostante tutto.
Mentre io continuo a trovare modi per spingere via il bene per lasciare posto al male.
Oh, come sono stato egoista a dire che è sempre stato più di quanto sarei riuscito a sopportare,
Come se non riuscissi ad affievolire il dolore,
Come se mi potesse spezzare con le sue dita, gettare il mio corpo nel lago,
E allora sarei affondato lentamente,
Ma in realtà non volevo affrontare il dolore che creavo.
Sapete, continuo a sperare nel futuro dopo essere inciampato nel passato.
E continuo a strappare suture per far durare l’angoscia,
Come se mi definisse.
Come se mi ricordasse che ho trovato pace nella mia sofferenza,
Incertezza nella felicità e nella morte,
Perché ciò che succederà è un così grande mistero per me,
E sono terrificato da tutte le cose che provo ma non posso vedere.
Amici, familiari, datemi la mano
E appoggiate la testa al mio petto.
Siete tutto ciò che mi è rimasto qua.
Siamo tutto ciò che ci è rimasto.

Siamo gli innamorati,
Siamo gli ultimi della nostra razza.
Unite le braccia e tenete alta la testa,
E vi giuro che andrà tutto bene.
Siamo gli innamorati,
Siamo gli ultimi della nostra razza.

Anche se non siamo sicuri di chi siamo, teniamo alta la testa.
Anche se non sappiamo da dove veniamo, teniamo alti gli spiriti.
Anche se non sappiamo quando ce ne andremo, teniamo alta la testa.
Anche se non sappiamo dove andremo, continuiamo a sperare.

Tenete alta la testa. Stiamo bene.
Tenete alta la testa e basta. Ti giuro che andrà tutto bene.
Tenete alta la testa. Oh amici miei, amici miei.
Tenete alta la testa.
E vi giuro che non moriremo mai.
Vi giuro che torneremo a casa,
Vi giuro che non moriremo mai.
Vi giuro che andremo avanti a vivere sottoterra.

Darò al tuo cuore un posto dove riposare quando tutto ciò che hai ti avrò dato le spalle per andarsene.

Intreccerò i vostri nomi tra le mie costole; chiuderò i vostri cuori nel mio petto.
Riconquisterò la passione che una volta provavo; eliminerò tutto il resto.
Ho strappato la malattia dai vostri corpi; le ho sbattuto la testa sui mattoni.
Ho costruito un castello con le sue ossa perché possiate sempre abitarci.

E allora cantate per ogni momento seppellito che, pensavate, non sarebbe mai finito.
Cantate la vostra paura del futuro e un canto funebre per gli amici scomparsi.
Per tutto l’amore a cui vi siete aggrappati, per come, in qualche modo, non è riuscito a resistere.
E cantate per ogni minuto in cui avete avuto paura, ogni ora di sonno perduto.
E cantate per tutti i vostri amici e familiari, cantate per chi non è sopravvissuto.
Ma non cantate per il loro risultato, cantate una canzone su come ci hanno provato.
Viviamo nel mezzo di una tempesta violenta che ci lascia al massimo insoddisfatti,
E allora riempite il vostro cuore con ciò che è più importante e fatela finita con tutto il resto.
Siamo quello che è rimasto di ciò che eravamo,
Stiamo rimanendo indietro.
Ci sono così tante cose accatastate di fronte a noi
E il tempo sta per finire.
Non siamo che bambini pieni di speranza,
E siamo gli ultimi della nostra razza.
Ma se lasceremo che i nostri cuori si aprano agli altri
So che non –
Non siamo che amici e familiari,
Siamo gli ultimi della nostra razza,
E allora datemi la mano, terrò in alto la vostra testa
E vi prometto che andrà tutto bene.
Non siamo che innamorati pieni di speranza
E il tempo sta finendo.
Ci sono così tante cose accatastate di fronte a noi
E stiamo rimanendo indietro.
Non siamo che innamorati pieni di speranza,
Siamo gli ultimi della nostra razza.
Ma se lasceremo che i nostri cuori si aprano agli altri
So che non –
Non siamo che innamorati,
Siamo gli ultimi della nostra razza.
E se lasceremo che i nostri cuori si aprano agli altri
So che non –
Non siamo che innamorati,
Siamo gli ultimi della nostra razza.
E se lasceremo che i nostri cuori si aprano agli altri
Non moriremo mai.

13. NESSUNO, NEMMENO LA PIOGGIA (Nobody, Not Even the Rain)
So che un giorno dormirai, cara,
Probabilmente sognerai per scacciare il dolore.
Spero che mi sentirai sussurrare dolcemente il tuo nome
Nel ronzio dei lampioni.
So che anche se i punti saranno stretti e forti, cara,
Le cicatrici rimarranno.

E allora strappiamocele l’un l’altra, cara,
E lasciamo che la pioggia le lavi via.
E quando scorreranno nel fiume, oh no,
Non lasciamo che l’acqua si lamenti.
Giuro che, anche adesso che la distanza
Sta lentamente consumando il tuo nome,
Le tue mani riflettono ancora la luce nel modo giusto,
E i nostri cuori battono ancora allo stesso modo.
E i nostri cuori battono ancora allo stesso modo.